[Books] Delitto senza castigo di Charlotte Perkins Gilman

Titolo originale:Unpunished

Autore: Charlotte Perkins Gilman

Prima edizione: 1929

Edizione italiana: traduzione di Luca Sartori (Le Lettere – Collana: Pannarrativa, 2023)

Presentazione dell’editore: “Unpunished”, tradotto in italiano con il titolo “Delitto senza castigo”, rappresenta un unicum nella produzione di Charlotte Perkins Gilman. È un romanzo figlio dei suoi tempi che si può ascrivere al giallo classico della “Golden Age of Detective Fiction”, all’apice di popolarità e produttività nelle decadi tra le due guerre mondiali; tuttavia, è un figlio-romanzo che la sua epoca madre ha rinnegato: Gilman lo completò nel 1929, ma malgrado tutti gli sforzi non riuscì a trovare un editore, e così “Unpunished” sprofondò nell’oblio dell’inedito per anni. Ma attenzione: se è vero che l’autrice era ben consapevole di quanto fosse appetibile un giallo deduttivo all’epoca, è altrettanto vero che ciò che le stava più a cuore era far arrivare a un pubblico di lettori – e lettrici – che fosse il più ampio possibile un certo tipo di messaggio morale: la condizione della donna soggiacente al patriarcato e all’incertezza economica. Di qui la scelta dell’involucro sfizioso della letteratura di genere, il quale funge da zucchero che ricopre il principio medicamentoso della pillola. Ci sono tutti gli ingredienti del whodunnit: un assassinio in una stanza chiusa a chiave, addirittura in modalità “overkilling”, una cerchia limitata di sospetti, un ambiente domestico opprimente e una vittima odiosa che non suscita alcuna compassione nel lettore. La coppia investigativa matrimoniale Jim Hunt e signora Bessie Hunt da un lato omaggia le coppie letterarie come Tommy & Tuppence di Agatha Christie o il private eye hard-boiled immancabilmente affiancato dalla segretaria, ma dall’altro afferma l’indipendenza intellettuale della donna nell’indagine: Bessie infrange lo stereotipo di moglie-amante-assistente fedele e risolve il caso dimostrandosi più brillante, intuitiva e coraggiosa del marito e degli uomini della polizia. La sua missione “undercover” nei panni di cameriera nella casa dove è avvenuto il delitto si può altresì leggere come un tributo a Isabella Goodwin, la prima donna detective nel NYPD.

Per quanto Charlotte Perkins Gilman non sia una giallista, questo suo “Delitto senza castigo” è davvero piacevole, più di altri romanzi di chi con il poliziesco ha costruito una carriera.

Il fulcro del racconto è l’inferno in cui Wade Vaughn ha fatto vivere per nove anni la sua “famiglia”, come pure i soprusi subiti da chiunque avesse la sfortuna di incontrarlo sulla propria strada. Difficile non intravedere nella storia delle sventurate sorelle Smith, ma anche della giovane Iris o di Nellie, una denuncia della sottomissione assoluta richiesta a molte donne, a cui non viene lasciata nessuna via d’uscita, se non la morte (propria o del proprio aguzzino).

Non è, quindi, trovare morto il sadico Vaughn la vera sorpresa, quanto il fatto che l’assassino (o gli assassini) si è più che assicurato che pagasse per i suoi crimini, dato che è stato avvelenato, colpito con un oggetto contundente, strangolato, accoltellato, e, per finire, non manca neanche un colpo di pistola alla tempia!

Ammetto di aver intuito il “penultimo” colpo di scena circa la dinamica dei fatti (con un simile “overkilling”, il massimo sarebbe stato che… e, a quanto pare, l’autrice è stata della mia stessa idea), ma l’ultimissimo plot twist proprio non me lo aspettavo.

Un plauso anche all’edizione, con un flessibile degno del suo nome, un’introduzione degna del suo nome e delle note del traduttore.

Consigliato

 

Lascia un commento