[Books] The Inheritance Games series di Jennifer Lynn Barnes

Titolo originale: The Inheritance Games #1, The Hawthorne Legacy #2, The Final Gambit #3

Autore: Jennifer Lynn Barnes

Prima edizione: 2020-2022; in corso

Edizione italiana: traduzione di Cristina Brambilla (Sperling & Kupfer, 2021-2023)

Presentazione dell’editore: Avery Grambs ha dei piani ben precisi per il futuro: sopravvivere al liceo, ottenere una borsa di studio e dare una svolta alla sua vita. Ma tutto cambia quando scopre che Tobias Hawthorne, un eccentrico miliardario, le ha lasciato in eredità la sua intera fortuna. Per ottenere il denaro di Hawthorne, Avery deve trasferirsi nella sua tenuta, dove ogni stanza trasmette l’amore per i puzzle e gli indovinelli del defunto proprietario e dove vivono i quattro scaltri e affascinanti nipoti del miliardario, cresciuti con l’idea che l’eredità del nonno spetti loro di diritto. Avery deve imparare le regole di un gioco rischioso a cui i fratelli Hawthorne partecipano da sempre e cercare di resistere all’attrazione verso due di loro in particolare…
Jennifer Lynn Barnes è un’autrice bestseller del New York Times. Laureata in psicologia, psichiatria e scienze cognitive, ha ottenuto un dottorato a Yale nel 2012 e attualmente insegna Psicologia e Scrittura creativa all’Università dell’Oklahoma. The Inheritance Games, primo volume dell’imperdibile saga che, dopo il successo negli Stati Uniti, ha conquistato anche i lettori italiani, diverrà una serie tv prodotta da Amazon Studios.

Voto complessivo: ⭐️⭐️⭐️ e 1/2
Trama: 👍👍👍
Personaggi: 👦👦👦👦
Page turner: 📖📖📖📖
Suspense: 😱😱😱
Plot twist: 💡💡💡

Con ancora un paio di mesi da attendere prima dell’uscita del quarto volume della serie, facciamo il punto della situazione con i primi tre, pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer.

Avery Kylie Grambs è una diciassettenne brillante, ma con un bel po’ di problemi sulle spalle: sua madre è morta, suo padre è, come al solito, chissà dove, ed ad occuparsi di lei c’è solo la sorellastra Libby, impelagata, però, in una relazione tossica, tant’è che, piuttosto che vivere insieme a lei e al suo ragazzo, Avery preferisce dormire in macchina.
Inaspettatamente, viene convocata per la lettura del testamento del miliardario Tobias Hawthorne, mai incontrato prima. Decide di presentarsi, sperando che magari le abbia lasciato qualche migliaio di dollari (anche se se non si spiega il perché), ma Tobias le ha assegnato molto di più: praticamente, l’intero suo patrimonio, tagliando fuori figlie e nipoti. Come unica clausola, Avery dovrà rimanere nella casa di famiglia per almeno 1 anno. Quando ci sono in ballo miliardi di dollari, è possibile che le cose filino davvero così lisce, oppure ci sarà chi è disposto a tutto per eliminare l’ultima arrivata? E se non solo la vita, ma anche il cuore di Avery fosse messo in gioco, diviso tra due dei nipoti di Tobias Hawthorne, il distaccato Grayson e lo spericolato Jameson?

Ho apprezzato molto il primo volume, “ The Inheritance Games”, mentre il secondo, “The Hawthorne Legacy” mi ha lasciato alquanto freddina; per fortuna, ci riprendiamo con “The Final Gambit”.
I punti di forza della serie sono gli enigmi di Tobias Hawthorne, un uomo che agiva pianificando in anticipo le successive 7 mosse e che prendeva 12 piccioni con una fava, e, diciamolo pure, i fratelli Hawthorne: Nash, il primogenito, che si è sempre defilato e vive alla cowboy, andando in giro a “salvare” chi ha bisogno; Grayson, l’”erede designato”, cresciuto con la responsabilità di portare sulle spalle il peso dell’intera famiglia, ma poi messo da parte per Avery; il famelico Jameson, affamato di avventura, e, infine, il geniale Xander, con la testa sempre impegnata in mille progetti.
Gli Hawthorne sono stati cresciuti per essere eccezionali, puntando sempre e comunque alla vittoria, pronti ad utilizzare qualunque mezzo per raggiungere i loro scopi. Tobias Hawthorne si è impegnato affinché ci fosse costantemente competizione tra i quattro, ma sono soprattutto Grayson e Jameson a trovarsi spesso e volentieri nel ruolo di rivali, anche dal punto di vista sentimentale.
In tutto questo si inserisce la nostra Avery, che dovrà dimostrare di essere degna della famiglia Hawthorne.
“The Inheritance Games” ha una funzione introduttiva, lasciando in sospeso molte questioni, che, in parte, vengono risolte in “The Hawthorne Legacy”, che però, ripeto, ho trovato piuttosto debole. L’attenzione finisce per concentrarsi su una storia d’amore del passato che viene eccessivamente celebrata come La Più Grande Storia d’Amore di Tutti i Tempi; a lasciarmi perplessa il fatto che sia proprio Avery, voce narrante, ad esaltarla in questi termini; Avery, sempre razionale e con i piedi per terra. Inoltre, sarà proprio seguendo l’esempio di questa Grande Storia d’Amore (il fatto che usi le maiuscole sottolinea come non ci veda poi nulla di grande…) che compirà la sua scelta tra Grayson e Jameson, e anche qui, sono rimasta piuttosto scettica, non tanto per la scelta in sé, quanto per l’idea di buttarsi perché c’era chi l’aveva fatto prima di lei (debole come argomentazione, no?).
Personalmente ho sempre detestato i triangoli amorosi, ma “The Inheritance Games” mi ha dimostrato che possono essere ben fatti, soprattutto quando vieni messa di fronte a due scelte ugualmente valide: più che scegliere tra Grayson e Jameson, Avery sceglie tra la persona che è e la persona che vorrebbe diventare, e, visto in quest’ottica, il risultato è piuttosto scontato. Peccato che poi l’autrice, come per rafforzare la bontà della scelta, finisca per non rendere giustizia al “perdente”, soprattutto nella prima parte di “The Final Gambit”. Venendo al terzo volume, dove finalmente sono gli enigmi e le sfide a riconquistare un ruolo centrale, avrebbe benissimo potuto rappresentare la giusta conclusione della vicenda, ma, a quanto pare, il successo richiede che si vada avanti, e, almeno dalla sinossi del prossimo volume, sembra addirittura che Avery avrà un ruolo più secondario, dato che l’attenzione si concentrerà principalmente su Grayson e Jameson. Vedremo.

In soldoni: una storia destinata ad un pubblico decisamente giovane che vuole dilettarsi con enigmi e indovinelli, che, purtroppo, finisce spesso e volentieri per sconfinare nella soap opera, utilizzando un po’ troppo spesso colpi di scena di quel tipo (figli segreti, adozioni, etc).
Ne consiglio la lettura, preferendola, ad esempio, alla serie di Good Girl’s Guide to Murder (che, non a caso, non ho ancora concluso), ma ammetto che i difetti non mancano.

 

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