Titolo originale: Mystery at Lynden Sands
Autore: J.J. Connington
Prima edizione: 1928
Edizione italiana: traduzione di Tito N. Sarego (Mondadori – Collana: Il Giallo Mondadori, 2018)
Presentazione dell’editore: Il custode di una grande villa viene trovato morto a seguito di un colpo apoplettico. O almeno così parrebbe, se non fosse per la presenza sui polsi di solchi sottili e profondi che mal si conciliano con una causa naturale. Non è solo questo a destare i sospetti di sir Clinton Driffield, invitato dalla polizia a interrompere la sua vacanza per partecipare al sopralluogo. Osservatore minuzioso, avvezzo a catalogare nella memoria le cose che catturano il suo interesse, coglie numerosi dettagli fuori posto sulla scena di quello che sempre più si configura come un delitto. E presto l’indagine, nata da una consulenza quasi casuale, assume per lui i tratti di una sfida alla ragione. Di fronte a un altro omicidio, avvenuto sulla spiaggia, e a una serie di impronte che si interrompono bruscamente sulla sabbia, dovrà opporre la forza dell’oggettività alla suggestione delle apparenze. Per non arrendersi all’inspiegabile.
L’eredità di Foxhills è destinata al primogenito, quindi ai suoi eredi; in loro assenza, si passa al secondogenito, e, alla sua morte, ad eventuali suoi figli, e così via. Al momento, l’erede designato è Darius, di cui però si sono perse notizie durante la Prima Guerra Mondiale. L’eredità passerebbe quindi a Christine, ma per il momento tutto viene amministrato dallo zio Paul. Difficile immaginare che la morte del fedele custode non sia in qualche modo legata alla famiglia, soprattutto ora che Darius, orribilmente sfigurato, sembra essere tornato a casa. Un secondo delitto complica ulteriormente il quadro, ma nulla che non possa essere risolto sir Clifford Driffield.
Un giallo molto classico, non particolarmente complicato, che però richiede un minimo di impegno per mettere insieme tutti i pezzi per arrivare ad una soluzione inattaccabile.
Stile scarno, essenziale, come spesso si confà al genere. Se devo trovare un difetto, ammetto di non amare molto le damsel in distress e, di conseguenza, chi si erge a loro cavaliere (come fa il Watson della situazione), ma credo sia il prezzo da pagare ad un libro che ha quasi cento anni ormai.
Consigliato come passatempo per gli amanti del poliziesco d’annata.